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Tesori di Giada
ma bensì dal Sudamerica nel XVI sec., ad opera degli Aztechi, come omaggio ai “conquistadores” spagnoli. Non a caso quindi la giada deve il suo nome attuale al termine spagnolo “pedra de ijada” (pietra del fianco), a causa delle sue presunte doti taumaturgiche nei confronti di lombi e reni. La definizione del termine giade, citato nella letteratura europea e mediorientale, è stata all’inizio attribuita a diversi minerali, simili
nell’aspetto estetico. In realtà, alla fine, gli esperti hanno isolato gli unici due minerali ai quali spetta il nome di giada: la giadeite e la nefrite. La nefrite appartiene alla famiglia degli anfiboli ed è un silicato di magnesio, calcio e ferro, a cui si deve il colore verde. La giadeite invece appartiene alla famiglia dei pirosseni ed è un silicato di sodio e di alluminio; di solito associata al colore verde, dispone in realtà di diversi colori come il giallo, il rosso, l’arancione, il bianco, il marrone, il grigio, il nero e il lavanda. Alla giada è dedicata anche un’intera città: situata in Canada, Jade City è una delle più grandi riserve di giada esistenti al mondo.
In alto: collana composta da due fili di perle rotonde in giadeite, diamanti taglio circolare, oro bianco e giallo 18 Kt, orecchini in parure, firmata Seaman Schepps; al centro: anello con perla a bottone tonda in giadeite, oro giallo 18 Kt, 1928 circa, firmato Jean Fouquet; a sinistra: coppia di orecchini con placche in giadeite e cabochon, diamanti a forma di cuore, oro.
Above: necklace composed of two strings of round jadeite pearls, circular cut diamonds, 18kt white and yellow gold, earrings to match, signed by Seaman Schepps; to the centre: ring with round button pearl in jadeite, 18 Kt yellow gold, approx. 1928, signed by Jean Fouquet; to the left: couple of earrings with jadeite plaques and cabochons, heart-shaped diamonds, gold.
Tutti i gioielli illustrati sono stati battuti all’asta da /all the jewels illustrated were auctioned by: www.christies.com