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   MARCHIATURA CCM
Operativo il servizio, previsto dalla Convenzione di Vienna
A seguito del perfezionamento dell’adesione al Trattato internazionale sul controllo e la marchiatura degli oggetti in metallo prezioso, firmato a Vienna il 15 novembre 1972 e ratificato nel nostro Paese con la legge n. 55 del 15 maggio 2023, l’Italia è diventata il 22° Paese aderente alla
standard tecnici previsti
dalla Convenzione.
L’adesione alla Convenzione di Vienna rappresenta un importante strumento di semplificazione delle procedure doganali per il commercio internazionale di settore tra l’Italia ed i Paesi aderenti. Attraverso l’apposizione del marchio comune di controllo, infatti, la produzione italiana può avere accesso, senza necessità di ulteriori controlli e marchiature,
CCM in Italia, rivolgendosi agli Uffici del Saggio delle Camere di commercio di Alessandria- Asti, Arezzo-Siena e Vicenza.
Il Common Control Mark viene apposto sugli oggetti in metallo prezioso congiuntamente al marchio dell’Italia Turrita che identifica la produzione Made in Italy nel mondo.
In attesa della formalizzazione delle procedure che consentano la marchiatura CCM anche presso i siti aziendali delle imprese richiedenti, il servizio al momento viene svolto presso gli Uffici del Saggio delle Camere di commercio sopra menzionate. Le imprese interessate possono, pertanto, richiedere la marchiatura CCM mediante la spedizione o
la consegna dei lotti di produzione presso le sedi degli Uffici del Saggio delle citate Camere di commercio, specificando in dettaglio nel DDT (documento di trasporto) la tipologia ed il numero dei pezzi di ciascun lotto da destinare alla marchiatura.
L’Ufficio del Saggio rilascia alle imprese un verbale-modulo di accettazione al ricevimento della merce da sottoporre a controllo e marchiatura.
Per ogni ulteriore informazione le imprese interessate possono rivolgersi alle associazioni provinciali di Confartigianato (https://www.confartigianato.it/ dove-siamo/).
RESTRIZIONI ALL’IMPORTAZIONE DI DIAMANTI DALLA RUSSIA
Chiarimenti della Ue
Con il XII pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia l’Unione europea ha aggiunto alle pregresse restrizioni il divieto di importazione di diamanti non industriali estratti, lavorati o prodotti in Russia (Regolamento (UE)
2023/2878, articolo 3 septdecies). Dal 1° gennaio 2024 è quindi vietato acquistare, importare o trasferire, direttamente o indirettamente, i diamanti e i prodotti che li contengono elencati nell’allegato XXXVIIIA, parti A, B e C (Regolamento (UE) 833/2014, modificato dal Regolamento (UE) 2023/2878) originari della Russia o dalla Russia esportati nell’Unione o in qualsiasi paese terzo, con seguenti ulteriori restrizioni graduali all’importazione.
Con tale divieto la Russia
verrà privata di circa 4 miliardi di euro all’anno di cui 1,5 relativi alle importazioni annuali nell’Ue.
L’Ue ha pubblicato a questo proposito alcune FAQ, reperibili sulla pagina https://finance.ec.europa.eu/pu blications/consolidated- version_en (aprire il file e consultare la parte D.12, in costante aggiornamento). Anche l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con un avviso pubblicato lo scorso 12 marzo, si è espressa riguardo l’importazione di diamanti alla luce delle misure restrittive nei confronti della Russia: in esso si ribadisce come ai sensi del paragrafo 8 dell’articolo 3 septdecies del Regolamento (UE) 2023/2878, ai fini dei paragrafi 3 e 4, i beni che rientrano nei codici 7102.31.00 e 7102.10.00 importati nell’Ue, devono essere presentati, unitamente alla documentazione che ne attesta l’origine, all’Autorità specificata
   Convenzione di Vienna.
La Convenzione di Vienna persegue l’obiettivo di promuovere il commercio internazionale degli oggetti in oro, argento, platino e palladio tra gli Stati membri, assicurando nello stesso tempo un’elevata tutela del consumatore.
Il raggiungimento di tali obiettivi viene realizzato attraverso l’utilizzo di un marchio comune di controllo, il Common Control Mark-CCM, che viene apposto agli oggetti in metallo prezioso da un Ufficio del Saggio che ne verifica la conformità agli
al mercato dei diversi Paesi membri (Austria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Israele, Lettonia, Lituania, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Svizzera) oltre che di altri Paesi che lo riconoscano, come la Francia e la Spagna.
Allo scopo di ridurre i tempi e gli oneri di consegna dei preziosi nelle spedizioni internazionali, le imprese italiane possono sottoporre i propri lotti di produzione al controllo ed alla marchiatura
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