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The US sanctions currently involve self-certification of the non-Russian status of diamond imports.
Up to 31 August, the EU requires importers in the block to provide documental proof of origin or to ship goods to the Diamond Office of Antwerp to have a “G7 certificate” issued. Both the United States and the European Union have a threshold of 1 carat for rough and polished diamonds, during this period. From 1 September, in addition to lowering the minimum size to 0.50 carats, the EU will impose the use of the G7 certification scheme. The G7 sanctions have already indirectly interrupted Indian trading due to custom delays in Antwerp, which had attenuated at the end of March. The shipments were blocked for more than a week, with the officials who blocked goods that were clearly not covered by the sanctions, such as the boxes of De Beers rough stones and stones lower than
0.50 carats, according to a statement made by a trader of the Belgian city to Rapaport News. The GJEPC is just one of the many organisations which signed a letter in February, discouraging anyone wishing to sell polished diamonds in the G7 from
sending their rough diamonds to Antwerp first for inspection. Further confusion came from the existence of different rules in different jurisdictions, as well as the uncertainty of the “ancestral” goods present in the United States before 1 March, explained Ray. Furthermore, US banks are asking diamond buyers for more information than before 1 March, creating delays in payments to Indian exporters, according to the statement of a trader based in Mumbai, on condition of remaining anonymous. The GJEPC held a meeting of the members of the sector in the first half of April to listen to feedback on the situation. Nevertheless, given the general weakness of the diamond market, a meaningful impact on trade flows is improbable, stated Mehta of the BDB. “Demand itself is slow”, said Mehta. “I would be surprised to see a problem with the procurement chain within the next few months”.
DALL’AFRICA IMPLICAZIONI IDEOLOGICHE SULLE SANZIONI ANTI-RUSSIA
Recentemente si è parlato molto del nuovo sistema di tracciabilità dei diamanti che il G7 intende attuare per bandire i diamanti russi
dal proprio mercato.
A questo proposito è uscito un articolo molto interessante sul Botswana Guardian News, scritto da Nicholas Mokwena, in cui ci si chiede se il punto
chiave è che, se tutti i diamanti non russi devono ora essere certificati ad Anversa in Belgio, prima di essere inviati ad altri mercati, ciò non sia una totale sciocchezza. Mokwena dice che la storia si ripete. Alcuni paesi africani, così come i principali produttori di diamanti come De Beers, hanno già espresso preoccupazione per le sue pericolose implicazioni sul commercio globale di diamanti. “Pur concordando fermamente sul fatto che è giunto il momento affinché l’industria sia in grado di risalire all’origine dei diamanti, dovremmo lavorare insieme per raggiungere questi obiettivi, ma riteniamo che il processo suggerito causerà danni irreparabili all’industria non russa ”, hanno affermato i presidenti e i membri delle 27 Borse dei diamanti nella lettera aperta al G7.
Finora non c’è stato alcun feedback pubblico da parte del G7, tuttavia la Dogana di Anversa e l’ufficio diamanti, hanno iniziato
ad attuare le restrizioni
bloccando e trattenendo unilateralmente le spedizioni, che entrano in Belgio “richiedendo la corretta prova dell’origine”. A quanto pare, sono in corso alcune discussioni dietro le quinte.
L’Africa - ovvero Botswana, Angola, Repubblica Sudafricana, Repubblica Democratica del Congo, Namibia, Zimbabwe, Sierra Leone e alcuni altri Paesi - produce oltre il 60% dei diamanti grezzi a livello globale. Il sistema di tracciamento suggerito non consentirà più ai Paesi africani di certificare i propri diamanti estratti, ma dovrebbero invece inviarli ad Anversa per ottenere l’approvazione da una sorta di “burocrate dei diamanti del G7”, prima di tagliarli, lucidarli o venderli. Ciò significa un ritardo nella lavorazione dei diamanti, nonché gravi implicazioni in termini di costi. Mentre alcuni politici africani le hanno definite sobriamente “conseguenze non intenzionali” delle sanzioni anti-Russia, altre figure di spicco sono andate oltre dicendo di cosa si tratta realmente: un attacco diretto alla sovranità e all’indipendenza africana. Per molti Paesi africani, i proventi dell’estrazione dei diamanti rappresentano una quota significativa
DIAMOND NEWS
di Luigi Cosma



















































































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